Credo che delle presentazioni siano d’obbligo: mi chiamo Rossella, sebbene il
mio nome (e anche il mio cognome) significhi ‘rosso, scarlatto’, ahimè, non ho
proprio nulla di rosso. Ma probabilmente è un bene, pensandoci sarebbe stato
ulteriormente ridicolo. Vivo nella tranquilla e soleggiata Cagliari anche
conosciuta come la città italiana sperduta per eccellenza. Non che non mi piaccia vivere a
Cagliari, ma alle volte mi sento come soffocare. Come se questa città e quest’isola
mi stessero strette. Nonostante ciò adoro la Sardegna. Probabilmente tempo fa
non mi sarei mai sbilanciata in questo modo, ma l’anno scorso, al ritorno da
due terribili settimane in Svizzera per le festività natalizie, ho attraversato
praticamente metà Sardegna in auto ed è proprio lì che mi son resa conto di
quando fosse unica e oserei dire bella la regione in cui sono nata. Tornare da
una vacanza significa, di conseguenza, tornare alla triste routine di tutti i
giorni, ma quella volta mi sono meravigliata per ogni cosa: dalla macchia
mediterranea all’aria pungente ma mai fredda. Tutte cose con le quali avevo
convissuto da sempre, ma mi sembrava quasi di aprir gli occhi per la prima
volta.
Okay, d’accordo sto divagando e son ben consapevole che a voi tutto questo non interessa in particolar modo quindi continuiamo con la mia, diciamocelo, ridicola, presentazione. Frequento il liceo classico e si, se ve le stesse chiedendo quando ho scelto a che scuola superiore iscrivermi credevo di poter conquistare il mondo con il greco e il latino... e probabilmente il mio cervello ancora non si era sviluppato del tutto.
Il liceo classico è anche il motivo per cui esistono gli ospedali psichiatrici, quindi fattevi voi due conti per capire un po’ la mia situazione. Ma dal momento che è sabato sera e son chiusa in casa con una terribile emicrania l’ultima cosa che voglio è soffermarmi a parlare della scuola.
Questo sarebbe il momento in cui vi dovrei presentare le mie innumerevoli attività extrascolastiche ma… blank space, perché nei moduli di iscrizione del pseudo manicomio che è il liceo classico vi è una clausola che, noi poveri illusi appena usciti dalle scuole medie, ci illudiamo di poter scavalcare ossia “Non avrai altri impegni all’infuori di me”. Purtroppo ci sbagliamo tutti, tremendamente.
Ma da quando avevo sei anni ho sempre praticato atletica. Da piccola ero una bambina iperattiva che non faceva altro che correre, cadere e farsi male. Così ai miei venne la brillante idea di iscrivermi a un corso di nuoto, ma dal momento che in acqua non potevo né cadere né farmi male tra me e il nuoto non scattò mai una scintilla, credo che fosse a causa dell’acqua ma... (lo so, pessima battuta)
Anyway dopo qualche tempo mi iscrissi ad atletica e l’amore tra me e quello sport nacque nel giro di qualche secondo. Solo il fatto di avere un campo di quattrocento metri composto da sei corsie dove poter cadere era una gioia per la piccola me. Okay, chiarisco la storia una volta per tutte: non mi piaceva realmente cadere, ma mi capitava sempre e comunque, in qualsiasi buco o fosso io dovevo puntualmente caderci e mentirei se dicessi che questa mia inclinazione si fosse scremata con gli anni...
Tornando all’atletica poi l’ho praticata per nove anni e devo dire che ero anche bravina, ma più di tutto adoravo gli allenamenti e dover correre sino quasi a non aver più fiato. Col tempo quel stare in apnea divenne la mia dimensione dove potevo essere pienamente me stessa. C’ero solo io, la corsa e il mio fiato corto. Ancora oggi non capisco perché questa sensazione di fatica mi piaccia così tanto, però dopo una bella corsa mi sento svuotata da tutti i problemi, da tutti quelli aspetti aggiuntivi e superflui della vita e mi sento bene con me stessa. Quindi anche se ormai non mi alleno più settimanalmente e non faccio più gare quando posso vado a farmi una corsa al parco perché è una cosa che mi fa stare davvero bene.
Che altro dire su di me? Amo la musica, il film, le serie tv, i libri e la pizza. Praticamente una nerd in piena regola. Sinceramente non saprei, sono troppo disagiata per potermi riconoscere nel grande ed oscuro mondo dei nerd.
Il vero motivo per cui ho deciso di iniziare a scrivere questo blog è che da esattamente una settimana sono ufficialmente un Exchange student. Fa ancora molto strano dirlo prima di tutto perché ho passato così tanto tempo a convincermi che mai e poi mai sarei passata che ora proprio non riesco a realizzare il fatto che tra una paio di mesi prenderò un aereo verso Panamá, ma anche perché sono ancora poche le persone a cui l’ho detto. Proprio così, l’anno prossimo lo trascorrerò a Panamá a quasi dieci mila chilometri dal paese in cui sono nata e cresciuta. Un bel cambiamento eh? Credo proprio che dovrebbe esserlo, ma come già detto ancora non riesco a capacitarmene. L’associazione a cui mi sono rivolta è quella di Intercultura, per chi non lo sapesse, Intercultura ha un lungo e anche stancante processo di selezione del quale vi prometto che parlerò in un altro post, altrimenti questo diventerebbe troppo lungo e noioso. Nel prossimo post vi parlerò anche del perché proprio Panamá.
Credo che come post di presentazione possa bastare anche perché ho divagato abbastanza e voi sarete sicuramente stanchi di star ad ascoltare me, quindi buon sabato sera e prometto di aggiornare presto con il post delle selezioni.
Okay, d’accordo sto divagando e son ben consapevole che a voi tutto questo non interessa in particolar modo quindi continuiamo con la mia, diciamocelo, ridicola, presentazione. Frequento il liceo classico e si, se ve le stesse chiedendo quando ho scelto a che scuola superiore iscrivermi credevo di poter conquistare il mondo con il greco e il latino... e probabilmente il mio cervello ancora non si era sviluppato del tutto.
Il liceo classico è anche il motivo per cui esistono gli ospedali psichiatrici, quindi fattevi voi due conti per capire un po’ la mia situazione. Ma dal momento che è sabato sera e son chiusa in casa con una terribile emicrania l’ultima cosa che voglio è soffermarmi a parlare della scuola.
Questo sarebbe il momento in cui vi dovrei presentare le mie innumerevoli attività extrascolastiche ma… blank space, perché nei moduli di iscrizione del pseudo manicomio che è il liceo classico vi è una clausola che, noi poveri illusi appena usciti dalle scuole medie, ci illudiamo di poter scavalcare ossia “Non avrai altri impegni all’infuori di me”. Purtroppo ci sbagliamo tutti, tremendamente.
Ma da quando avevo sei anni ho sempre praticato atletica. Da piccola ero una bambina iperattiva che non faceva altro che correre, cadere e farsi male. Così ai miei venne la brillante idea di iscrivermi a un corso di nuoto, ma dal momento che in acqua non potevo né cadere né farmi male tra me e il nuoto non scattò mai una scintilla, credo che fosse a causa dell’acqua ma... (lo so, pessima battuta)
Anyway dopo qualche tempo mi iscrissi ad atletica e l’amore tra me e quello sport nacque nel giro di qualche secondo. Solo il fatto di avere un campo di quattrocento metri composto da sei corsie dove poter cadere era una gioia per la piccola me. Okay, chiarisco la storia una volta per tutte: non mi piaceva realmente cadere, ma mi capitava sempre e comunque, in qualsiasi buco o fosso io dovevo puntualmente caderci e mentirei se dicessi che questa mia inclinazione si fosse scremata con gli anni...
Tornando all’atletica poi l’ho praticata per nove anni e devo dire che ero anche bravina, ma più di tutto adoravo gli allenamenti e dover correre sino quasi a non aver più fiato. Col tempo quel stare in apnea divenne la mia dimensione dove potevo essere pienamente me stessa. C’ero solo io, la corsa e il mio fiato corto. Ancora oggi non capisco perché questa sensazione di fatica mi piaccia così tanto, però dopo una bella corsa mi sento svuotata da tutti i problemi, da tutti quelli aspetti aggiuntivi e superflui della vita e mi sento bene con me stessa. Quindi anche se ormai non mi alleno più settimanalmente e non faccio più gare quando posso vado a farmi una corsa al parco perché è una cosa che mi fa stare davvero bene.
Che altro dire su di me? Amo la musica, il film, le serie tv, i libri e la pizza. Praticamente una nerd in piena regola. Sinceramente non saprei, sono troppo disagiata per potermi riconoscere nel grande ed oscuro mondo dei nerd.
Il vero motivo per cui ho deciso di iniziare a scrivere questo blog è che da esattamente una settimana sono ufficialmente un Exchange student. Fa ancora molto strano dirlo prima di tutto perché ho passato così tanto tempo a convincermi che mai e poi mai sarei passata che ora proprio non riesco a realizzare il fatto che tra una paio di mesi prenderò un aereo verso Panamá, ma anche perché sono ancora poche le persone a cui l’ho detto. Proprio così, l’anno prossimo lo trascorrerò a Panamá a quasi dieci mila chilometri dal paese in cui sono nata e cresciuta. Un bel cambiamento eh? Credo proprio che dovrebbe esserlo, ma come già detto ancora non riesco a capacitarmene. L’associazione a cui mi sono rivolta è quella di Intercultura, per chi non lo sapesse, Intercultura ha un lungo e anche stancante processo di selezione del quale vi prometto che parlerò in un altro post, altrimenti questo diventerebbe troppo lungo e noioso. Nel prossimo post vi parlerò anche del perché proprio Panamá.
Credo che come post di presentazione possa bastare anche perché ho divagato abbastanza e voi sarete sicuramente stanchi di star ad ascoltare me, quindi buon sabato sera e prometto di aggiornare presto con il post delle selezioni.
Rossella :)